Lo scorso 9 dicembre è entrato in vigore il Disegno di Legge “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”.

La Legge contiene un pacchetto di misure volte a rafforzare quanto già previsto dal “Codice Rosso”, in vigore dal 2019 con l’obiettivo di rinsaldare le tutele sostanziali e processuali alle vittime di reati violenti.

Tra le novità, si segnala il potenziamento di strumenti di prevenzione come l’ammonimento del Questore, il braccialetto elettronico, l’obbligo di distanza minima di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Tali misure avranno una durata di almeno 3 anni e potranno essere applicate anche ai cosiddetti “reati spia”, ovvero quei delitti che si consumano nel contesto delle relazioni familiari ed affettive e che sono espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica. Si pensi, a titolo esemplificativo, al reato di lesioni personali, alla violenza sessuale, alla violenza privata.

I processi legati alla violenza contro le donne saranno gestiti da magistrati specializzati e ne verrà garantita la priorità nella formazione dei ruoli di udienza e nella trattazione, anche in fase di applicazione delle misure cautelari.

Il DDL prevede novità anche nei casi di violazione dei provvedimenti di allontanamento o divieti di avvicinamento, rendendo possibile l’arresto in flagranza differita basato su prove documentali, come registrazioni video o altre documentazioni ottenute attraverso dispositivi di comunicazione informatica o telematica. Tali strumenti, infatti, spesso sono gli unici che le vittime sono in grado di fornire all’autorità giudiziaria a riprova delle violenze subite.

Nell’ottica di una tutela rafforzata anche dal punto di vista risarcitorio, viene introdotta la possibilità di corrispondere in favore della vittima, oppure degli aventi diritto in caso di morte, una provvisionale a titolo di ristoro anticipato, ossia una somma di denaro liquidata dal Prefetto come anticipo sull’importo integrale che spetterà in via definitiva a conclusione del processo.

Fondamentale è anche l’aspetto della formazione: entro 12 mesi dovranno essere elaborate linee guida nazionali, in collaborazione con il Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio sulla violenza contro le donne e previa consultazione dell’assemblea dello stesso Osservatorio, finalizzate ad orientare la formazione degli operatori che, a vario titolo, entrano in contatto con le vittime di violenza.

Sotto un diverso ma complementare profilo, si prevede che le linee programmatiche proposte annualmente dal Ministro della giustizia alla Scuola superiore della Magistratura includano specifiche iniziative formative in tema di violenza contro le donne e violenza domestica. Questo per assicurare che la formazione degli operatori giuridici includa un focus su questi gravi e purtroppo sempre attuali fenomeni.