Si è tenuto venerdì a Parma, nella suggestiva cornice del Centro Santa Elisabetta del campus di scienze e tecnologie dell’Università, un interessante convegno, patrocinato dall’Università di Parma e organizzato da Ri- Circola, in partnership con INDICAM (associazione a tutela della proprietà intellettuale dedita anche alla lotta alla contraffazione) ed in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Sono intervenuti, oltre al Rettore dell’Università di Parma Prof. Paolo Andrei, Marcello Minenna, Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Mario Peserico, Presidente di Indicam; Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda e, per illustrare il progetto Future Track, il CEO di Ri-Circola, Marco Ruggi, ed i Professori Nelson Marmiroli e Riccardo Melloni. Ha preceduto il dibattito il messaggio del Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani.

Nel corso della mattinata è stata posta l’attenzione sul valore della proprietà intellettuale che rappresenta oltre il 30% del PIL europeo e vede  l’Italia sopra la media, con un apparato industriale ed artigiano di altissimo livello. Il rovescio della medaglia è, però, la contraffazione che incide in maniera pesantissima sull’economia mondiale valendo da sola tra il 5 e il 10% del commercio mondiale con marginalità che le attività lecite non hanno. l’Italia è il terzo paese al mondo per la vendita di prodotti contraffatti ed i contraffattori si fanno sempre più abili: dalle imitazioni di basso livello si passa a strategie più sofisticate quali utilizzare singole parti di prodotto originale inserendole in quello falso o utilizzare le piattaforme presenti su internet ed immettere i prodotti sul mercato attraverso l’e-commerce.  L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sequestra 10.000 tonnellate di merce l’anno che alla fine viene distrutta.

In un’ottica di sostenibilità e di economia circolare la strategia da adottare è naturalmente quella di affiancare ai termovalorizzatori soluzioni diverse che consentano la trasformazione dei beni in modo da poterli reimmettere sul mercato, utilizzando gli scarti non trasformabili per l’approvvigionamento energetico. Questo tipo di operazione oltre che sostenibile è, oggi, strategica, considerando la scarsità di materie prime e le sempre maggiori difficoltà di approvvigionamento per ragioni geopolitiche come dimostra, ad esempio, la vicenda del cotone.

Sulla base di queste considerazioni è stato illustrato il progetto Future Track, realizzato da Ri-Circola in collaborazione con l’Università di Parma, che potrebbe rappresentare la prima iniziativa sistematica di gestione sostenibile del recupero delle merci contraffatte in Europa, con l’obiettivo finale del ricondizionamento dei materiali che da esse provengono.

Il modello basato sull’uso dell’intelligenza artificiale ideato dagli studiosi prevede le seguenti fasi:

sequestro

conferimento

stoccaggio

separazione dei componenti

recupero delle materie prime e seconde (e utilizzazione per la produzione energetica dei materiali non riciclabili). 

Per ciascuna di esse saranno raccolte informazioni e si prevederanno figure specifiche, con l’individuazione di un responsabile e delle modalità di esecuzione della ricerca i cui risultati dovranno raggiungere un livello di adeguatezza superiore a quella attuale del sistema di gestione per il recupero dei beni contraffatti. La struttura realizzata dovrà necessariamente essere molto adattabile considerato che le modalità di contraffazione sono sempre più mutevoli e non possono essere preventivamente individuati i luoghi da cui originano i flussi di merci contraffatte.

Questa operazione si inserisce necessariamente e dovrà tener conto di un ambito normativo – quello della raccolta e della gestione dei rifiuti- piuttosto articolato. 

Il pacchetto europeo di misure sull’economia circolare, approvato in via definitiva il 22 maggio 2018, ha modificato le sei direttive in materia di rifiuti e discariche: la direttiva quadro sui rifiuti e le direttive speciali in materia di rifiuti di imballaggio, discariche, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli fuori uso e rifiuti di pile e accumulatori.

I principali obiettivi introdotti riguardano:

  • il riciclaggio entro il 2025 per almeno il 55% dei rifiuti urbani (60% entro il 2030 e 65% entro il 2035);
  •  la riduzione dello smaltimento in discarica, che dovrà scendere al 10% entro il 2035;
  •  il riciclaggio del 65% degli imballaggi entro il 2025 e il 70% entro il 2030;
  • la raccolta separata dei rifiuti organici (entro il 2023) e dei rifiuti tessili (entro il 2025).

In attuazione delle disposizioni comunitarie, lo Stato Italiano ha già emanato i decreti di attuazione delle direttive su rifiuti, imballaggi e rifiuti di imballaggio, rifiuti di pile e accumulatori, rifiuti di apparecchiature, veicoli fuori uso e discariche, anticipando alcuni degli obiettivi prefissati dalla Comunità Europea: così è per l’obbligo di racconta differenziata dei rifiuti tessili che, in Italia, entrerà in vigore già il primo gennaio 2022, in anticipo di tre anni rispetto alla previsione comunitaria.

Sarà necessario quindi analizzare bene anche gli aspetti normativi per procedere ad un recupero corretto delle materie prime e seconde.