Il 22 settembre è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 147, che apporta nuove misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, aprendo letteralmente la porta agli investitori stranieri.

Il provvedimento si inserisce in un contesto volto ad agevolare il commercio con l’estero, in cui si colloca anche il decreto 23 giugno 2015, finalizzato a sostenere le PMI o le reti di imprese nell’accesso e nel consolidamento nei mercati internazionali.

Il testo, coerente sia con il diritto dell’Unione Europea che con i costanti orientamenti della Corte di Giustizia, tiene conto dei più recenti studi dell’OCSE e delle discussioni sull’adozione di una base imponibile comune a livello europeo.

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Il preminente compito che il decreto internazionalizzazione assegna al fisco italiano è quello di ridurre i vincoli alle operazioni di tipo transfrontaliero e di creare un quadro normativo che agli occhi degli investitori appaia certo, fruibile e trasparente.

Gli interventi di riordino, relativi a vari aspetti della fiscalità internazionale, hanno quattro fondamentali scopi:

  • garantire un contesto certo, in cui operare ed investire senza difficoltà, anche attraverso l’eliminazione di lacune normative presenti nel nostro ordinamento;
  • ridurre il numero di adempimenti e i relativi oneri amministrativi per le imprese;
  • conformare il nostro ordinamento alle sentenze più recenti della Corte di Giustizia UE;
  • ridurre le distorsioni rilevate in ambito fiscale rispetto al sistema vigente.