Si è tenuta ieri, naturalmente a distanza, la quarta edizione del Premio Valeria Solesin che convintamente sponsorizziamo fin dalle origini.

Il Premio, dedicato alla memoria della giovane ricercatrice morta nell’attentato al Bataclan di Parigi e organizzato da Allianz Partner, con la CEO Paola Corna Pellegrini, e dal Forum della Meritocrazia, con la Presidente Maria Cristina Origlia, è aperto alle laureate ad ai laureati delle Università Italiane di facoltà scientifiche, giuridiche e sociali: ogni anno vengono selezionate e premiate, fra le molte pervenute, dodici tesi sui temi della gender equality così cari a Valeria.

All’evento, condotto dalla vicedirettrice del Corriere della Sera, Barbara Stefanelli, e che ha visto la partecipazione, fra le altre, della Ministra alle Pari Opportunità Elena Bonetti,  delle Assessore del Comune di Milano Roberta Cocco e Cristina Tajani e della mamma di Valeria, Luciana Milani, le tredici (quest’anno c’è stato un ex aequo)  premiate hanno presentato i loro lavori e raccontato le loro aspirazioni per il futuro.

Gli elaborati sono stati selezionati da un comitato scientifico coordinato da Silvia Fontana e sono stati commentati dalle Professoresse Renata Semenza dell’Università Statale per le materie giuridiche e sociologiche e dalla Professoressa Paola Profeta dell’Università Bocconi per quelle economiche e scientifiche.

La tesi vincitrice ha affrontato il tema della differenza di genere nel mondo della finanza mentre la seconda classificata ha toccato un aspetto estremamente innovativo, riferito all’intelligenza artificiale ed al fatto che questi sistemi, su cui fra l’altro le giovani generazioni impareranno, non sono neutri ma caratterizzati da un linguaggio di programmazione maschile.

Ecco che torna quindi il tema centrale dell’educazione che è stato un po’ il filo conduttore dell’evento ed al quale abbiamo dedicato quest’anno anche il nostro messaggio in occasione della giornata mondiale contro la violenza di genere.

Più di una delle giovani premiate ha infatti evidenziato nelle sue ricerche come, a fronte di strutture cerebrali perfettamente identiche fra uomo e donna, il percorso di crescita e, conseguentemente, di studi e di affermazione personale, professionale e sociale, sia molto influenzato dall’imprinting ricevuto nell’infanzia per cui “questi giochi sono da femmina”, “questi giochi sono da maschio”, limitando così lo sviluppo dei talenti di ciascuno.

Per noi, che nella promozione del talento crediamo, partecipare a questo evento è fonte di grande arricchimento prima di tutto umano perché ci consente di offrire un’opportunità concreta alla/al giovane cui veniamo abbinati e allora… tante congratulazioni alla “nostra” Vittoria Sorrentino!