Confindustria ha pubblicato le nuove Linee guida in materia di responsabilità da reato degli enti, ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001, per la costruzione dei Modelli di organizzazione, gestione e controllo”. L’ultima versione risaliva al mese di marzo del 2014; se si considerano le numerose novità che, da allora, hanno interessato il “sistema di compliance 231”, l’aggiornamento si rendeva certamente doveroso.

Lo scopo delle Linee Guida è sempre quello di offrire alle imprese una serie di indicazioni, ricavate dalla realtà aziendale, idonee, quantomeno in astratto, a rispondere alle esigenze delineate dal D. Lgs. n. 231/2011, indicazioni che poi debbono necessariamente essere adeguate al contesto organizzativo concreto, affinché il Modello Organizzativo abbia effettivamente efficacia esimente.

Da segnalare nella Parte Generale, tra le numerose novità, la valorizzazione dei sistemi integrati di gestione dei rischi per garantire la maggiore efficacia ed efficienza dei controlli, evitando inutili duplicazioni o ancor più rischiose lacune, favorendo invece la condivisione delle informazioni, anche attraverso l’esecuzione di risk assessment congiunti e la manutenzione periodica di programmi di compliance. Nelle Linee Guida, nell’ottica dell’auspicato approccio integrato, vengono esaminati tra i vari sistemi di prevenzione e gestione dei rischi: i sistemi di controllo ai fini della compliance fiscale, quelli per la gestione del rischio di malattie professionali e infortuni ed anche i sistemi di certificazione.

Sempre nella Parte Generale, sono stati introdotti un paragrafo dedicato al whistleblowing – tenuto conto delle novità introdotte dalla L. 179/2017euno alle c.d. DNF (dichiarazioni di carattere non finanziario) previste dal D. Lgs. 254/2016.

Per quanto concerne, l’Appendice “Case Study” l’impostazione delle Linee Guida rimane sostanzialmente immutata con l’individuazione, per ogni categoria di reato, delle aree a rischio (diretta ed indiretta) e dei controlli preventivi. L’elencazione si è ovviamente arricchita degli ulteriori reati presupposto introdotti dopo il 2014 (come i reati tributari ed il contrabbando).