Lo scorso anno celebrammo la giornata internazionale delle donne con un’immagine, quella di due colleghi, volutamente un uomo ed una donna, che riprendevano plasticamente con le mani il gesto della campagna “Each for equal”, la sfida collettiva per abbattere gli stereotipi di genere.

La pandemia aveva da poco avuto inizio ed era difficile prevedere le drammatiche conseguenze che poi tutti abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo.

Cosa è successo quest’anno per le donne? Niente di buono, purtroppo. La pandemia ha inferto un duro colpo alla parità di genere sul mercato del lavoro. In Italia, il tasso di occupazione femminile è calato al 48,6%, il dato peggiore dell’ultimo decennio, ed è persino stato coniato un termine she-cession per descrivere questa recessione.

Le donne, che pure sono fieramente in prima linea in settori ad alto rischio come sanità e scuola, si sono trovate all’improvviso relegate in casa con un aumento degli impegni di cura che già normalmente sono a loro carico, pensiamo solo alla chiusura delle scuole.

In questo panorama, abbastanza sconfortante, più che mai c’è bisogno di azioni positive a sostegno delle donne, azioni che non possono e non devono fermarsi a battaglie, più o meno condivisibili, sulla declinazione dei nomi al maschile o al femminile ma devono tradursi, a nostro avviso, in fatti concreti che ne agevolino la piena espressione nel mondo del lavoro, nella società, nella politica, nelle cabine di regia del Paese.

Abbiamo, con il recovery fund, una straordinaria occasione e, quindi, quest’anno il nostro augurio è che le istanze delle donne possano finalmente trovare fattive risposte.

Vi lasciamo con uno splendido video, in cui ci siamo imbattuti proprio ieri grazie a una collega: guardatelo e, soprattutto, fatelo vedere alle donne ed agli uomini di domani.

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Auguri a tutte!